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Lasciarsi

 

Se fossimo capaci di lasciarci quando ci accorgiamo che le cose stanno andando di male in peggio, quando siamo al capolinea e ci trasciniamo, probabilmente si potrebbero evitare molti di quei conflitti derivanti dal logorio di noi stessi e dell’altro.

Ci eviteremmo di far esplodere la coppia i cui frammenti andranno a colpire coloro che più amiamo, i nostri figli. Figli che verranno coinvolti e conseguentemente travolti se non saremo in grado di riprendere il controllo della situazione per addivenire ad una separazione consapevole e condivisa.

 

Quando il buon senso non ci assiste….

Consapevolezza e buon senso non ci assistono quando siamo animati da sentimenti ostili nei confronti dell’altro, che riteniamo colpevole di quello che ci sta capitando. Perché è colpa sua se ci troviamo in questa situazione, è lei, lui che ci ha trascinati in questo incubo che mai avremmo voluto vivere.

 

Colpa o Coraggio: essere colpevoli di…. avere il coraggio per….

Non siamo stati noi a distruggere la famiglia, a tradire il patto, a trovare il coraggio di decidere di porre fine al rapporto.

Parlo di coraggio, perché chi si assume l’onere di una tale decisione, si tirerà addosso tutte le colpe, verrà tacciato per il/la rovina famiglia, e su di lui/lei ricadranno tutte le colpe.

 

Cosa succede se

E se poi malauguratamente, venisse fuori che una nuova persona ha fatto la sua comparsa nella vita di chi lascia, tale persona verrà tacciata per essere la causa della fine del legame, causando così un totale sbilanciamento delle responsabilità

Il luogo comune di credere che la presenza di un altro/altra sia la causa e non la conseguenza della frattura preesistente nella coppia, legittima il lasciato e tutti coloro che orbitano intorno a quella coppia, quella famiglia a potersi schierare a sostegno del lasciato.

 

Abbiamo Due Possibilità

Davanti a questo scenario si aprono due strade, l’una volta alla accettazione che quanto sta capitando è un fatto contro cui non possiamo opporci se non ci viene data la possibilità di salvare il rapporto, e l’altra di non accettare e di conseguenza innescare una guerra contro colui/colei con la convinzione che questo ci risarcirà, ci farà sentire bene.

Scegliendo la seconda strada, così sopraffatti dalle nostre emozioni, ci dimentichiamo che tutte le nostre azioni da quel momento in poi si ripercuoteranno su tutti i componenti della famiglia, ed i più esposti e i più indifesi saranno i figli.

 

Il ruolo dei figli

Figli che potranno diventare lo strumento per fare del male, primeggiare, ostacolare, vessare l’altro, con la cieca convinzione di essere nel giusto, ignorando che di giusto ed opportuno  l’esposizione dei figli al conflitto dei genitori, non ha nulla di buono e non porterà a nulla di positivo.

I figli assisteranno alle liti, liti in cui il lasciato non mancherà di far notare come quel padre o quella madre stanno facendo loro del male.                                                                                            Frasi non inusuali pronunciate sono:

“vostro padre ci sta lasciando”, “perché ci stai facendo questo”, “tua madre non ci vuole più Bene”

Questa confusione di piani, dove la coppia coniugale che vive la crisi separativa si confonde con la coppia genitoriale innesca una grande confusone a seguito del malessere che in quel momento si sente. Trascinare i figli nella paura di non essere voluti e far apparire il coniuge che lascia come il genitore che non ci vuole più diventa un tutt’uno.

 

Disperazione o Vendetta

Anche in questo scenario le ragioni che spingono a comportarsi in questo modo sono due, l’una nasce dalla disperazione, dalla paura, dalla perdita del nucleo, da quel noi allargato. Il tu ed io fusi insieme che generano il noi a cui si sono aggiunti i figli dando origine alla famiglia, famiglia che salta in aria. Dove la separazione non è percepita come la fine della coppia coniugale ma come la fine della famiglia, lasciarsi è rompere la famiglia, danneggiare la famiglia, “fare questo alla famiglia”.

La seconda è dettata dal “te la farò pagare”. Non puoi lasciarmi, non puoi tradire il progetto di vita insieme. E se lo fai io ti distruggo e non baderò a nulla per perseguire il mio scopo. I figli verranno usati con la convinzione che il danno inferto al coniuge vale il loro sacrificio, sacrificio che non viene percepito per la portata che ha. Il genitore “amorevole”, travolto dalla sete di vendetta, porrà in essere azioni che avranno il solo scopo di fare apparire il coniuge come sbagliato al solo fine di punirlo, di attribuirgli in maniera cieca la colpa.