Il termine co-genitorialità indica la collaborazione genitoriale e si fonda sull’insieme
di tutte le relazioni di tipo genitoriale implicando la bigenitorialità, ovvero il diritto
dei figli a relazionarsi con entrambi i loro genitori, e l’insieme dei comportamenti e
delle azioni stabilite e condivise dalla coppia genitoriale al fine di garantire lo
sviluppo fisico e psicologico dei propri figli, anche nel caso siano separati o divorziati.
I PRINCIPALI MODELLI TEORICI
Model of coparenting components di Feinberg (2003) propone una visione
della co-genitorialità costituita da quattro principali dimensioni.
La prima dimensione riguarda il livello di accordo e disaccordo sulle questioni
relative all’educazione del figlio, ossia la frequenza e l’intensità delle discussioni
rispetto ai reciproci impegni tra genitori, ai valori morali, alla disciplina, alla
percezione dei bisogni emotivi del bambino, agli standard e alle priorità educative.
La seconda riguarda la divisione dei lavori/sforzi che concerne tutti quegli aspetti
relativi alla divisione dei compiti e delle responsabilità inerenti la routine quotidiana,
le responsabilità educative verso i figli, i lavori domestici e le questioni finanziarie,
mediche e/o legali.
La terza dimensione riguarda il grado di supporto ed indebolimento reciproco,
relativa al grado di solidarietà e di sostegno (o all’assenza di essi) esistente fra gli
adulti che si dividono il compito di cura ed educazione dei figli. Comprende quanto i
genitori approvino il modo con cui il partner esercita la genitorialità e quanto si
sentano sostenuti da quest’ultimo nel loro ruolo di genitori. L’indebolimento, al
contrario, concerne la presenza di critiche, denigrazioni e accuse tra coniugi.
La quarta riguarda la gestione congiunta delle relazioni familiari che risulta essere un
importante sottosistema relativo all’area delle responsabilità genitoriali in cui
i genitori, più o meno esplicitamente, definiscono gli standard con cui i membri della
famiglia si relazioneranno gli uni con gli altri ed il grado di struttura e coesione
familiare. Essa, inoltre, consente o ostacola le coalizioni tra genitori e figli e definisce
l’equilibrio nel rapporto genitore-figlio.
Margolin e i suoi collaboratori (2001) propongono una visione della co-genitorialità,
sia nelle famiglie intatte sia in quelle separate o divorziate costituita da tre macro-
dimensioni: la qualità della relazione coniugale, il grado di cooperazione, le
dinamiche di triangolazione.
La prima dimensione, relativa alla quantità di conflitti tra coniugi rispetto a questioni
relative alla genitorialità, concerne in modo specifico le seguenti variabili: quanto
spesso i genitori sono in accordo o disaccordo tra loro, il livello di ostilità su
argomenti riferibili all’educazione del figlio, quanto ogni genitore danneggia o
sminuisce il partner rispetto al ruolo di genitore e, infine, il livello di disaccordo
generale o inerente questioni domestiche all’interno della coppia coniugale.
La seconda dimensione relativa alla cooperazione riguarda il supporto materno e
paterno, la valorizzazione ed il rispetto del partner nel suo ruolo di genitore ed il
modo con cui si aiutano a vicenda rispetto ai compiti genitoriali.
La terza dimensione concerne la triangolazione intesa come quel processo
attraverso cui i genitori modificano i confini della relazione genitore-figlio, andando
a creare una coalizione con il minore che comporta l’esclusione del partner. Tale
dinamica, definita anche caught between, è tipica delle situazioni familiari con un
alto livello di conflitto coniugale come la separazione o il divorzio.
CONCLUSIONI
La co-genitorialità influisce sull’adattamento dei figli nelle varie fasi della vita.
La cooperazione genitoriale è un fattore protettivo per l’adattamento del bambino,
mentre il conflitto co-genitoriale può predire una relazione genitoriale negativa e la
comparsa di comportamenti antisociali negli adolescenti.
Il conflitto co-genitoriale può essere moderato dall’influenza di alcuni fattori quali le
caratteristiche del figlio (sesso, ordine di nascita ecc.), le caratteristiche della
famiglia (genitori divorziati o meno) e il contesto.
L’influenza positiva della cooperazione co-genitoriale migliora la genitorialità di
madri e padri e di conseguenza le percezioni del livello di cooperazione entro
la relazione co-genitoriale che comporta, indipendentemente, un aumento di
competenze sociali dei bambini.